Colleghe e Colleghi,
la recente nota operativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), protocollo 175706 del 27 giugno 2025, porta con sé un’ondata di riflessioni che meritano la nostra massima attenzione. Si tratta di un intervento normativo, l’articolo 14, comma 1-bis, del decreto-legge n. 25/2025, che tocca nel profondo le nostre buste paga: il trattamento accessorio del personale non dirigenziale di Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni.
Come sindacato, il nostro primo dovere è analizzare con lucidità e spirito critico queste disposizioni, per comprendere appieno le opportunità che si aprono ma anche le complessità e i vincoli che le accompagnano. Non possiamo cedere a facili entusiasmi, ma dobbiamo, con la serietà che ci contraddistingue, valutare ogni aspetto di questa novità.
L’Obiettivo: Armonizzare per Riconoscere
L’intento dichiarato dalla norma è nobile: “armonizzare” il trattamento accessorio del personale degli enti territoriali a quello dei colleghi dei ministeri. Un principio di equità che da tempo, come SULPL, sosteniamo con forza. La norma consente, a partire dal 2025, di incrementare il Fondo delle Risorse Decentrate superando il limite previsto dal D.Lgs. 75/2017. L’obiettivo è raggiungere un’incidenza del trattamento accessorio (componente stabile del fondo più le Elevate Qualificazioni) che non superi il 48% della spesa per gli stipendi tabellari sostenuta nel 2023.
Questo, in parole semplici, significa che gli enti che attualmente hanno un “tesoretto” per il salario accessorio inferiore a questa soglia, avranno la facoltà – si badi bene, la facoltà, non l’obbligo – di aumentarlo.
A Quali Condizioni? I Paletti della Sostenibilità
Ed è qui che la riflessione si fa più profonda. L’incremento non è un “liberi tutti”. Il MEF è stato chiaro: ogni aumento deve avvenire nel rispetto ferreo di due principi cardine:
- Sostenibilità Finanziaria: L’ente deve rispettare i valori soglia sulla spesa del personale, definiti dal decreto-legge 34/2019. In sostanza, l’aumento del fondo non deve portare a uno sforamento dei limiti di spesa complessiva per il personale, pena il mancato rispetto dei parametri di legge.
- Equilibrio Pluriennale di Bilancio: Ogni incremento deve essere “asseverato”, ovvero certificato, dall’organo di revisione dell’ente, che ne attesterà la compatibilità con i bilanci futuri.
Questi vincoli ci impongono una vigilanza costante. L’aumento del salario accessorio, per quanto giusto e necessario, non può e non deve diventare il pretesto per mettere a rischio la salute finanziaria degli enti, con conseguenze che, alla fine, ricadrebbero sempre sui lavoratori. È un onere permanente, che va valutato con lungimiranza.
Come si Calcola l’Incremento? Un Esempio Pratico
La nota del MEF fornisce una metodologia di calcolo precisa. Per determinare l’eventuale spazio per l’incremento, l’ente dovrà:
- Calcolare la spesa per gli stipendi tabellari del 2023: Si sommano gli stipendi lordi (compresa la tredicesima) pagati al personale in servizio nel 2023, considerando le diverse voci retributive pre e post introduzione del nuovo ordinamento professionale (aprile 2023).
- Determinare il tetto del 48%: Si moltiplica per 0,48 la spesa calcolata al punto precedente. Questo è il valore massimo a cui può arrivare la somma tra la componente stabile del fondo e le risorse per le Elevate Qualificazioni.
- Calcolare lo spazio disponibile: Dal tetto del 48% si sottrae il valore attuale (riferito al 2025) della componente stabile del fondo e delle risorse per le Elevate Qualificazioni. La differenza rappresenta l’incremento massimo possibile.
L’ente potrà decidere se stanziare l’intero importo nel 2025 o procedere con gradualità negli anni successivi, verificando di volta in volta la sussistenza dei requisiti di sostenibilità.
Vigilanza e Responsabilità: il Ruolo del Sindacato e degli Enti
Un aspetto cruciale, che merita una sottolineatura, è quello legato agli adempimenti e ai controlli. Gli enti dovranno comunicare ogni anno nel Conto Annuale la maggiore spesa sostenuta. La mancata comunicazione comporta una sanzione non da poco: l’indisponibilità del 25% delle risorse incrementali fino alla regolarizzazione.
Questa misura, se da un lato è finalizzata a garantire il monitoraggio e la sostenibilità della spesa, dall’altro richiama tutti noi a un senso di responsabilità. Come SULPL, vigileremo affinché le amministrazioni agiscano con trasparenza e nel rispetto delle regole, e affinché queste nuove risorse si traducano in un effettivo e tangibile riconoscimento per il lavoro di tutti i colleghi.
Le risorse aggiuntive, avendo natura strutturale, potranno essere utilizzate per finanziare istituti permanenti importanti, come le progressioni economiche o il welfare integrativo, un’opportunità che la contrattazione integrativa dovrà saper cogliere e valorizzare.
La strada è tracciata, ma il percorso richiede attenzione, competenza e, soprattutto, unità. Solo rimanendo coesi e informati potremo assicurarci che questa opportunità si trasformi in un reale progresso per tutti i lavoratori degli Enti Locali.